Écrire la vie. Annie Ernaux racontée par des lycéennes et des lycéens

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DATI TECNICI
Durata
90 min
Genere
Documentario
Sceneggiatura
Claire Simon
Fotografia
Claire Simon
Montaggio
Luc Forveille
Musiche
Pierre Bompy,Jules Jasko, NathalieVidal,Clément Claude
Nazionalità
Francia
Anno
2025

Presentazione e critica

Écrire la vie. Annie Ernaux racontée par des lycéennes et des lycéens è un documentario che racconta l’opera e la vita del premio Nobel per la letteratura, prima donna francese a vincerlo, attraverso le riflessioni degli studenti delle superiori che hanno i suoi romanzi nel programma di studi. Diretto da Claire Simon, è a Venezia all’interno delle Giornate degli Autori e sarà poi distribuito da I Wonder Pictures.

Figura di spicco del femminismo contemporaneo, Annie Ernaux è un simbolo di emancipazione individuale e collettiva. Ma come viene trasmessa l’opera di Ernaux nelle scuole secondarie e nelle università, e come viene accolta dai giovani francesi contemporanei? È quello che vuole scoprire questo documentario, costruito attraverso le parole e le emozioni di ragazzi e ragazze di ogni parte della Francia, anche quelle più dimenticate.
Il documentario è la forma più pura di cinema, per il semplice fatto che, nella maggior parte dei casi, mostrano la realtà senza eccessivi filtri, se non quello della presenza di una camera, strumento che inevitabilmente abbassa il grado di spontaneità, ma di contro eleva il protagonismo di chi sa di essere guardato. Per questo le storie in cui a essere attori principali sono gli adolescenti, da una parte ancora naturalmente timidi, dall’altra con la voglia di essere finalmente ascoltati, risultano sempre molto efficaci.Accade anche in questo caso, un film che nasce da un’idea in fondo semplice, ma di non facile realizzazione, dato che la brava documentarista Claire Simone ha davvero girato la Francia in lungo e in largo, filmando tantissimo e scremando in sala montaggio successivamente. Fare un film su Annie Ernaux in assenza, dato che di opere su di lei ce ne sono già un paio e anche piuttosto recenti, era l’unica maniera per poter dare a questa scrittrice e donna rivoluzionaria, in tutti i sensi, una voce diversa.
Non la sua, ma quella che ha voluto dare a tutti quelli che leggono le sue parole e le fanno proprie. Annie Ernaux racontée par des lycéennes et des lycéens è un’opera vitale, fresca, che sorprende ed emoziona, perché mostra le fragilità di una generazione che, a dispetto delle apparenze, ha bisogno di essere guidata, soprattutto nei sentimenti, sempre più confusi.

E poi ci sono i grandi temi dell’opera dell’autrice de Gli anni che per questi figli della Rete e dei Social sono schiaffi in faccia, dal sesso al rapporto con il corpo, fino naturalmente all’aborto, raccontato con vivida potenza più di una volta nelle sue pagine.
Ragazzi e ragazze, che leggono, riflettono, parlano, di persona, non attraverso lo schermo di uno smartphone, scavano nel loro io grazie alle parole di Ernaux. E lo spettatore fa lo stesso. Se non è un film necessario questo, poco ci manca.

Ciakmagazine

“Le cose mi sono accadute perché potessi darne conto”. Gli scritti di Annie Ernaux sono una prolifica fonte di ispirazione per il cinema (i film di finzione La scelta di Anne , Passion simple e L’autre i documentari J’ai aimé vivre là e Annie Ernaux – I miei anni Super 8 ), e ora è la volta di una grande voce del documentario, Claire Simon, di confrontarsi con l’opera del Premio Nobel per la Letteratura 2022 per mostrarne l’universalità con Écrire la vie: Annie Ernaux racontée par des lycéennes et des lycéens , presentato come Evento speciale alle Giornate degli Autori dell’82ma Mostra del cinema di Venezia. Un film riflessivo che rende un bell’omaggio alla sorprendente singolarità della romanziera, ma che si inserisce soprattutto nel lungo lavoro svolto dalla regista attorno all’esplorazione e alla rappresentazione della gioventù francese (Apprendre, Premières solitudes, Le Concours).
Il sistema è estremamente semplice: in otto licei sparsi per la Francia (Parigi, la periferia parigina con Sarcelles, la provincia su tre scale diverse con Tolosa, Villefranche-sur-Saône e Saint-Christol-lez-Alès, e l’oltreoceano con Cayenne), gli studenti leggono estratti dai libri di Annie Ernaux e li discutono, prima in classe, poi all’aperto. Un mosaico di scambi, nuove intuizioni che svelano meravigliosamente il significato profondo della fonte letteraria: “scrivere la vita, uguale per tutti, ma che viviamo individualmente, un argomento da esplorare, una verità sensibile”.

Classi sociali, difficoltà comunicative in famiglia, collocazione sociale, amore, sessualità e questione del consenso, maternità, patriarcato, linguaggio, ecc.: ogni lettura porta con sé il proprio flusso di commenti, dibattiti, aneddoti narrati da giovani che collegano alle proprie esperienze i temi affrontati in modo molto diretto e senza filtri da Annie Ernaux. Il risultato è un affascinante quadro composito della diversità di una generazione (in particolare quella dell’immigrazione) ancora intrappolata nella relativa ingenuità della propria età e tuttavia spesso di grande maturità in molti ambiti.
“Non bisogna spingersi oltre i propri limiti”. Scegliendo questa citazione per la sua prima sequenza, Claire Simon conferisce fin dall’inizio un tono modesto a un insieme ricco di fascino e incentrato su “verità essenziali”. Ma non bisogna lasciarsi ingannare: la regista ha una grande padronanza del sottotesto e orchestra in modo molto sottile (“nessun dettaglio è lasciato al caso”) il montaggio restituendo la spontaneità rinfrescante delle testimonianze. Come gli scritti di Annie Ernaux (“ho adottato uno stile neutro, piatto, senza metafore, senza violenza, né segni di emozione. La violenza viene dai fatti, non dalla scrittura”), il documentario è “bello, semplice, filosofico, essenziale” e fa risuonare con precisione il motto francese inciso sul frontone di molti licei: ”Libertà, uguaglianza, fraternità”.

Cineuropa