Guida pratica per insegnanti

Thomas Lilti

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L'estate è finita e un nuovo anno scolastico sta per cominciare. Gli studenti affollano il cortile e i professori risalgono in cattedra. A un team di insegnanti impegnati e affiatati, si aggiunge Benjamin, un giovane supplente di matematica con zero esperienza e tante domande sulla professione. Sbarcato in una scuola ordinaria nella banlieue di Parigi, scoprirà a sue spese i problemi e le gioie della trasmissione. Dopo aver affrontato il tema della salute da diverse angolazioni (ospedali, studi medici di città e di campagna...), dopo aver messo in scena le prove e le tribolazioni della professione medica, denunciando il progressivo disimpegno dello Stato francese, Thomas Lilti passa all'istruzione.

DATI TECNICI
Regia
Thomas Lilti
Interpreti
Vincent Lacoste, François Cluzet, Adèle Exarchopoulos, Louise Bourgoin, William Lebghil

Presentazione e critica

L’estate è finita e un nuovo anno scolastico sta per cominciare. Gli studenti affollano il cortile e i professori risalgono in cattedra. A un team di insegnanti impegnati e affiatati, si aggiunge Benjamin, un giovane supplente di matematica con zero esperienza e tante domande sulla professione. Sbarcato in una scuola ordinaria nella banlieue di Parigi, scoprirà a sue spese i problemi e le gioie della trasmissione. Dopo aver affrontato il tema della salute da diverse angolazioni (ospedali, studi medici di città e di campagna…), dopo aver messo in scena le prove e le tribolazioni della professione medica, denunciando il progressivo disimpegno dello Stato francese, Thomas Lilti passa all’istruzione. Un nuovo anno scolastico, un corpo docenti esperto e una nuova recluta dal volto familiare: Vincent Lacoste. L’universo cambia, ma prassi e ambizione rimangono le stesse: raccontare la storia di un’istituzione attraverso ritratti umani e un tono da qualche parte tra impegno e feel-good. In eco con Ippocrate (il film e la serie), Il medico di campagna e Il primo anno, Guida pratica per insegnanti entra in classe e solleva la stessa domanda: come trovare un senso in una professione sempre più denigrata e impoverita? Accompagnando la vita quotidiana dei suoi insegnanti, osservati dentro e fuori la scuola, questa commedia sociale rintraccia tutto quello che rende il loro impegno così speciale, malgrado i cali di vento e lo stato di fragilità in cui versa la categoria. Tra leggerezza e gravità, ognuno fa quello che può contando sulla solidarietà dei colleghi per sentirsi meno solo e isolato in quel pasticcio di precarietà, speculazione dei bilanci e valzer dei programmi. La ‘nave scuola’ oscilla ma avanza facendo i conti con le risorse umane che ha a disposizione. Ed è quest’arte dell’intraprendenza e della partecipazione, che Thomas Lilti illustra sensibilmente, raccontando un anno di scuola (secondaria) in forma di cronaca casuale, una dichiarazione d’amore a tutti gli educatori di buona volontà. Vincent Lacoste, François Cluzet, Adèle Exarchopoulos, Louise Bourgoin, Lucie Zhang incarnano un corpo coeso e un’identità forte, rianimando una professione stremata. Gli attori prendono le misure dell’impegno personale che rappresenta il mestiere dell’insegnante e traslocano nella periferia francese. Siamo a Parigi ma l’essenziale è universale: l’educazione è un’arte delicata ma vitale. Motore della storia è il lunare professore di maths di Vincent Lacoste, che impara il potere dell’istruzione e si affida ai suoi colleghi, raccontati a turno come in una serie televisiva. Guida pratica per insegnanti è un omaggio a una professione declassata, a tutti i prof che fanno molto con poco, una qualità della coscienza che si chiama parsimonia. Componendo con note impressionistiche e frammenti di vita privata, il film sale e scende dalla cattedra per restituire vernice e prestigio a quello che un tempo era “il lavoro più bello del mondo”. Sbilanciato dalla parte dei buoni sentimenti, Guida pratica per insegnanti è il perfetto grand film publique che trova il suo punto di svolta in un giovane allievo difficile (Bilel Souidi). Con lui il racconto si lascia alle spalle l’intenzione verista per seguire una linea, una figura, un temperamento e un vero dramma. Un personaggio e una storia da sviluppare magari in stagioni televisive e anni scolastici successivi.

Mymovies

Ci sono tanti riflessi, tanti incroci, tante corrispondenze nella filmografia di Thomas Lilti, che a cinque anni da Il primo anno torna con Guida pratica per insegnanti (che arriva nelle sale italiane a quasi due anni dall’anteprima al Festival di San Sebastián). Sarà che, per lui, fare film è una questione seria, una vocazione precoce, un approdo tardivo: figlio di un medico, ha dapprima seguito le orme paterne, convinto che quello del cinema non fosse un mestiere serio (titolo originale di Guida pratica per insegnanti), quindi tirocinante in ospedale e però sempre con il pallino della regia. Abbandonato il camice bianco, dopo un lungo d’esordio apprezzato quanto ignorato (Les Yeux bandés, 2007), ha trovato la quadra con un’opera seconda che è una seconda opera prima, non fosse altro per il coinvolgimento emotivo, la consapevolezza del tema, il riverbero biografico. Ippocrate, uscito in Italia solo in home video, era il coming of age di Benjamin (l’allora ventenne Vincent Lacoste), un medico tirocinante che muove i primi passi nel reparto diretto dal padre. Fu, poi, la volta di Il medico di campagna, incentrato sul navigato Jean-Pierre (il nemmeno sessantenne François Cluzet), seguito da Il primo anno, che racconta il percorso universitario di Benjamin Barois (ancora Lacoste), figlio di un medico e di una docente, iscrittosi alla complicata facoltà di Medicina dove diventa amico di un fuoricorso (William Lebghil). La trilogia è evidente – e va considerata anche Hippocrate, la serie in tre stagioni che sviluppa il film, con un cast diverso – con il suo sistema di assonanze onomastiche, professionali, esistenziali all’interno di una visione precisa nella quale confluiscono il tema della crescita, l’avventura del bivio, la conoscenza del settore, la capacità di parlare dell’intera società, un tono sospeso tra umorismo e malinconia. Con Guida pratica per insegnanti, Lilti esce dalla sanità e torna all’istruzione (secondaria) e sembra espandere quell’universo senza restarvi chiuso, anzi aprendosi all’osservazione e all’interpretazione di nuovi territori e sensibilità inedite. C’è un altro Benjamin (il cognome ha trovato un’altra erre: Barrois), che è sempre Lacoste (il più completo della sua generazione, un tenero e sfrontato corpo da fumetto sempre in bilico tra spaesamento e malizia), un giovane dottorando che, non essendo riuscito a ottenere una borsa di studio, accetta un posto come insegnante di matematica, mestiere che non ha mai fatto ma di cui ha bisogno per campare.

Il primo sguardo di Lilti è sull’istituzione, collocata in una banlieue parigina dove tutti si muovono con i mezzi pubblici o auto che hanno macinato troppi chilometri: alla denuncia programmatica o all’approccio paternalista si preferisce l’attenzione al quotidiano, una rappresentazione dell’adolescenza che non ammicca ma attesta. Il focus, d’altronde, è sul corpo docente: Benjamin trova una sorta di mentore in Pierre (senza Jean, ma sempre Cluzet), un maturo e consumato insegnante di francese che ha problemi a comunicare con il figlio, un nuovo amico nel collega di inglese (Lebghil, ancora in un ruolo simpaticamente “divergente” tra cannette e disordini vari) e la possibilità di un flirt con una professoressa di matematica in crisi professionale e familiare (Adèle Exarchopoulos, solita presenza folgorante per cui vale la pena immaginare un amore). Ma ci sono anche un’insegnante di biologia sull’orlo del burnout e una nuova assunta che cerca di non cedere alla tentazione di scappare con il collega di educazione fisica. Non bastassero i corsi e ricorsi nell’onomastica, nel casting e nei ruoli, Guida pratica per insegnanti rivela la capacità del regista nel costruire una profonda riflessione sul mondo del lavoro, sui contraccolpi tra professione e privato, sull’importanza sociale e culturale della scuola e di chi sta dietro la cattedra. E ci riesce grazie a uno sguardo umanista che esplora l’universo emotivo degli insegnanti (impotenza e fallimento, ma anche passione e coscienza), mette in primo piano il bisogno di una catena solidale e tiene da parte la sociologia d’accatto. Sembra fare poco, ma come lo fa bene.

Cinematografo

Insegnanti sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo avere esplorato con estrema sensibilità il mondo della medicina (Ippocrate, Il medico di campagna, Il primo anno), Thomas Lilti approccia l’ambiente scolastico dal punto di vista dei professori di un istituto della periferia parigina. Siamo lontani sia da La classe di Laurent Cantet che da La sala professori di Ilker Catak, perché l’intento del regista francese è di raccontare una storia corale che coinvolge diversi elementi del gruppo docente. Tra gli insegnanti spiccano Pierre (François Cluzet) anziano del gruppo che cerca di trovare nuovi stimoli per la sua professione, Merien (Adèle Exarchopoulos) che vive il dramma della separazione e ha un bambino con problemi di apprendimento, Sophie (Lucie Zhang) che appare in difficoltà nel gestire le intemperanze degli alunni, Sandrine (Louise Bourgoin) in crisi perché alle prese con un figlio adolescente ubriaco e violento, Fouad (William Lebghil) sempre pronto agli scherzi e infine il giovane dottorando Benjamin (Vincent Lacoste) che è il supplente di matematica in una classe problematica e subisce le pressione familiari (il padre lo vorrebbe medico) e i contrasti con Enzo (Bilel Souidi), un alunno che gli contesta lo zero ricevuto in un compito in classe.
Thomas Lilti sceglie un tono molto leggero sulle note di Le temps du muguet di Francis Lemarque e si interroga sul senso di una professione che stenta a trovare il passo delle nuove generazioni. Abbozza una timida storia d’amore tra Benjamin e Meriem ed anche un ironico parallelismo con certe immaturità adolescenziali (la passione di Pierre per le patatine e il camembert della mensa). Poi si concentra sul privato dei singoli insegnanti che faticano giorno e notte pur di trovare il modo per non annoiare gli studenti e coinvolgerli nelle attività di apprendimento. Due sono le scene importanti a sottolineare il tema principale del film. La prima è quella del consiglio di disciplina chiamato a esprimersi sull’espulsione di Enzo, già recidivo per atti di violenza e insubordinazione: la decisione finale rappresenta comunque una sconfitta per preside e professori. La seconda è il dialogo tra Pierre e l’allieva un tempo brillante e adesso annoiata: lui le propone come lettura L’ammazzatoio di Émile Zola mentre la studentessa preferisce La promessa dell’alba di Romain Gray. Come colmare questo gap, che di anno in anno diventa sempre più evidente? La soluzione è credere ancora nella collettività, nel lavoro di gruppo e rendere coeso il corpo docenti (la giornata di surf al mare è esemplificativa nel cementare lo spirito di squadra) per trasmettere anche ai ragazzi questo senso di appartenenza, lasciando da parte posizioni egoistiche e intolleranti.

Presentato al Festival di San Sebastian del 2023, Guida pratica per insegnanti è un’opera che senza usare toni drammatici o elaborati espedienti narrativi racconta le vite di professionisti che cercano di migliorare il senso di un mestiere logorante che non può essere svolto con un tutorial su you tube o seguendo regole da manuale di sopravvivenza (“non dare mai le spalle alla classe”, “tenere due dita piantate sulla cattedra a ristabilire l’autorità”). Gli anni passano, arriva l’estate e Thomas Lilt inquadra la desolazione dei banchi vuoti e delle aule deserte. I ragazzi passano, gli insegnanti restano, alcuni abbandonano, altri si trasferiscono. Trovare il mutuo soccorso nelle difficoltà dell’insegnamento significa trasformare un lavoro serio (Un métier sérieux è il titolo originale del film) in una missione.

Sentieriselvaggi

“Don’t know much about history / Don’t know much biology / Don’t know much about a science book /Don’t know much about the French I took / But I do know that I love you”. È sulle note di Wonderful World di Sam Cook che si apre Guida pratica per insegnanti di Thomas Lilti mentre scorrono immagini d’archivio in bianco e nero di alunni sui banchi di scuola insieme ai loro insegnanti. Un periodo in cui quella figura, così importante per la crescita dei ragazzi, era centrale all’interno della società. La stessa che oggi combatte per rimanere a galla in un sistema scolastico pubblico sempre più compromesso.Thomas Lilti, ex medico che ha lasciato il camice per imbracciare la macchina da presa, ha approfonditamente raccontato la sua ex professione sul grande schermo. Ippocrate (adattato anche in una serie tv), Il medico di campagna, Il primo anno sono i titoli che compongono una trilogia con la quale riflettere su un ruolo e un mestiere che conosce a fondo. Ora, con Guida pratica per insegnanti cambia focus e settore, ma lascia che a guidarlo in questa indagine sociale e umana siano le stesse domande.

Da dove arriva la motivazione a insegnare in un contesto così complesso? Che insegnanti sono diventati? E che genitori sono? La vocazione che fine fa negli anni? Per farle sceglie un giovane insegnante alle prime armi, Benjamin (Vincent Lacoste, volto noto del suo cinema). Un dottorando senza borsa di studio che accetta una supplenza in matematica senza esperienza alle spalle in una scuola di una banlieue di Parigi. Il suo ingresso nell’istituto a contatto con gli studenti che non sa come approcciare permette al regista di ampliare lo sguardo e il raggio di azione. E così Guida pratica per insegnanti diventa una commedia sociale corale sull’insegnamento. Gli alunni ci sono, ma i protagonisti del racconto sono i loro professori (interpretati da un cast di grandi interpreti). Pierre, il veterano del gruppo; Meriem, insegnante benvoluta da tutti, Sandrine, professoressa apparentemente centrata, Fouad, docente di inglese dal temperamento esuberante e Sophie che cerca di tenere in equilibrio neo maternità e lavoro. Per ognuno di loro alla dimensione professionale viene accostata quella privata fatta di sacrifici, delusioni, incertezze e messa in discussione.

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