Andrea Morabito

DATI TECNICI
Regia
Durata
Genere
Sceneggiatura
Distribuzione
Nazionalità
Anno
Presentazione e critica
Guidato da un domatore, un cavallo si fa largo tra il pubblico festante trainando un carretto su cui staziona un orso con tanto di museruola. Sul dorso del cavallo è assicurata una piattaforma con sopra una tigre. Il loro ingresso nel tendone suscita stupore ed entusiasmo. Questa è l’essenza del circo: mostrare a distanza ravvicinata fiere domate per il divertimento degli umani. Ma chi pensa agli animali? Diretto dal giornalista e attivista Andrea Morabito, L’ultimo spettacolo nasce dall’esigenza di documentare la battaglia decennale di LAV contro lo sfruttamento degli animali nei circhi. Il documentario racconta il successo ottenuto da LAV nel 2024, quando la cassazione ha reso definitivi il sequestro di tutti gli animali e la condanna ai proprietari del Circo Martin, ripercorrendo le tappe che hanno condotto a tale esito. Un po’ film d’archivio, un po’ legal drama, un po’ thriller, la pellicola a sfondo naturalistico assembla i materiali di repertorio appartenenti all’archivio LAV alternandoli con le interviste ai protagonisti della vicenda. Ampio spazio viene dato agli animali, macilenti, sfruttati e in cattività all’inizio per poi ritrovare una dimensione naturale una volta liberati nel santuario di Animanatura, in Maremma.
Partiamo da un assunto. L’ultimo spettacolo è un film a tesi, nato su commissione con uno scopo specifico: sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle sofferenze subite dagli animali nei circhi. L’uscita del film è accompagnata da una campagna della LAV, impegnata a raccogliere le firme per chiedere al Ministro della Cultura di approvare il Decreto attuativo che abolisce l’uso degli animali nei circhi. A tale scopo, L’ultimo spettacolo invita gli spettatori a empatizzare in primis con gli animali e poi con gli attivisti che ogni giorno portano avanti le battaglie per il loro benessere e la loro dignità. Sono le teste parlanti che animano il film di Andrea Morabito a invitarci a riflettere su ciò che deve provare il cavallo del circo, “preda” costretta a trasportare due grandi predatori condividendo con loro il poco spazio a disposizione, tutto per il divertimento del pubblico. Organizzato in ordine cronologico, il film parte dagli albori della causa contro il Circo Martin, finito sotto i riflettori di LAV nel 2010, durante un tour in Sardegna, e si conclude nel 2024 con la condanna definitiva dei padroni Eugenio Martin e Adam Caroli, che hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni privando il film del contraddittorio. In mezzo ci sono anni di appostamenti, di raccolta delle prove, denunce e manifestazioni. Non mancano neppure momenti di grande tensione, come la scena in cui i camion che trasportano gli animali guidati dal direttore generale di LAV Roberto Bennati e da altri volontari sono costretti a chiedere la scorta della polizia perché tallonati dalle auto degli operai del circo. Ma la natura da reportage e la priorità del contenuto sulla forma motivano lo stile semplice e la struttura schematica, quasi didascalica, della narrazione. Scritto a quattro mani dall’esordiente Morabito con Andrea Canestri, L’ultimo spettacolo trasmette l’emozione dell’impresa attraverso la voce degli attivisti di LAV e dei loro legali, che riferiscono le condizioni pietose in cui versavano gli animali del Circo Martin prima della liberazione, privati della loro dignità, malati, denutriti, costretti ad attendere per ore sull’asfalto sotto il sole cocente della Sardegna tra uno spettacolo e l’altro. Ricordando in retrospettiva l’accaduto, dalle testimonianze della legale Ursula Carnevale e dal dirigente Gianluca Felicetti trapela la commozione al ricordo di quanto vissuto, ma il climax del film arriva quando il volontario Roberto Corona si reca a far visita agli animali ad Animanatura a dieci anni dal sequestro. Tra i momenti più toccanti anche la storia del leone Madiba, proveniente da un altro circo, curato, riabilitato e liberato nella stessa area della leonessa Elsa, permettendo loro di recuperare quella socialità tipica della loro specie formando una coppia. Dietro l’apparente lieto fine, L’ultimo spettacolo apre a un’altra serie di riflessioni. La prima vittoria contro il Circo Martin rappresenta un’importante precedente, ma cosa accade agli animali degli altri circhi? Vengono trattati in modo diverso rispetto a quelli del circo sardo? Con questi quesiti che galleggiano nell’aria, il film di Morabito porta con sé un senso di incompiutezza, placato solo dalla serenità che trasmettono le immagini conclusive, che mostrano gli animali finalmente in pace, immersi nel verde del santuario maremmano. Per la zebra Arturo, la leonessa Elsa o il lama Perù, Animanatura non sarà identico al loro habitat originario, ma è quanto di meglio possano avere almeno fin quando l’uomo non cesserà di catturare, allevare e spostare animali da un continente all’altro per suo compiacimento.
Nel 2010, a Cagliari, il volontario della Lav (Lega anti vivisezione) Roberto Corona, insieme ad altri attivisti, filma gli animali del circo Martin e denuncia le drammatiche condizioni in cui versano. Il percorso giudiziario, preso in carico dai responsabili della Lav e sottoposto alla giustizia italiana, si è protratto fino al 2024 e ha visto una condanna in Cassazione per i proprietari del Circo Martin. Una testimonianza civile si è così trasformata in un clamoroso precedente, portando finalmente alla luce lo sfruttamento degli animali a scopi ricreativi di dubbio gusto ed efficacia. Il regista Andrea Morabito, utilizzando il materiale girato da Corona, cerca di generare empatia e partecipazione, spingendo lo spettatore ideale a mettere in discussione il modo in cui guarda gli animali.
Dopo il successo di Food for Profit, denuncia dei legami tra l’industria della carne e il potere politico, e di Cuori liberi, dedicato alla difesa dei maiali a rischio d’abbattimento per fronteggiare la peste suina, senza dimenticare la recente uscita di Christspiracy, la questione animale torna al centro del discorso in questo documentario prodotto dalla stessa Lav con un chiaro intento militante e promozionale. Il modello di L’ultimo spettacolo (distribuito da Mescalito e fatto uscire per sensibilizzare le autorità ad attuare la Legge-delega contro l’uso degli animali in circhi e spettacoli viaggianti) è quello dell’inchiesta televisiva, con il riutilizzo del materiale di repertorio messo a disposizione dai suoi autori e il ricorso alle interviste ai protagonisti. L’effetto, di conseguenza, è quello di un prodotto che ribadisce con toni celebrativi la giustezza della causa e spera di suscitare una reazione emotiva in chi guarda (anche se non sempre basta mostrare il primo piano di un leone dallo sguardo vuoto e perduto…). A colpire del film non è tanto, o solo, la normalità delle persone che assistono agli spettacoli circensi e allo sfruttamento animale tra lo stupito e il passivo, quanto l’assoluta inattualità degli spettacoli stessi, pensati per generare meraviglia e ridotti ormai a testimoniare miseria e squallore. Vedere oggi, insomma, un orso tenuto a bada con una museruola o un cavallo che porta in groppa una tigre è uno spettacolo sia osceno sia patetico, che oltre a perpetrare «un’intrinseca mancanza di rispetto etologico», come ha dichiarato lo stesso Morabito (anche lui volontario del Lav e da sempre impegnato a testimoniarne le attività), si situa ormai fuori dal tempo, in quegli spazi geograficamente esiliati (periferie delle grandi città, spiazzi deserti assolati o fangosi) in cui la società ricaccia gli esclusi o chi non si adegua a norme accettate a livello sociale prima ancora che giudiziario. Ciò che emerge da L’ultimo spettacolo, anche nella semplicità dell’approccio e nella scelta di una forma totalmente al servizio del messaggio, è sì la rappresentazione di un’attività criminale finalmente punita e non più salvata, come nei decenni precedenti, da assoluzioni o richieste a non procedere, ma anche e soprattutto la rappresentazione in controluce di un’attività – quella del circo con animali mal addomesticati, denutriti, rinchiusi, abbandonati – che non ha più nulla da mostrare, se non la ripetizione di un mondo che non fa più parte di questo mondo, e dunque è giusto che venga vietato. In nome della legge, ma anche dello spettacolo. Gli animali, del resto, come scrivono i manifestanti della Lav sui loro striscioni, al circo non si divertono.