Gilles de Maistre

DATI TECNICI
Regia
Interpreti
Durata
Genere
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Musiche
Distribuzione
Nazionalità
Anno
Classificazione
Presentazione e critica
Solitario e introverso, Tian è uno studente svogliato, dedito solo alla playstation, irriso dai compagni, umiliato da un padre deluso dal suo scarso rendimento scolastico. Vivendo in Cina, a Chengdu, 20 milioni di abitanti in gran parte votati alla corsa economica e tecnologica, il suo parrebbe un caso disperato, se a venirgli in soccorso non arrivasse la nonna. Che, come una buona fata, lo prende con sé, lo porta nel suo chalet nella vicina foresta del Sichuan. Luogo incantato, dove ogni magia pare possibile. Persino incontrare un panda baby. Per Tian sarà amore al primo sguardo.
Storia di un’amicizia tra due cuccioli di razze diverse, entrambi fragili, Moon il panda è il nuovo film di Gilles de Maistre, regista avventuroso, la cui Arca di Noè filmica ha già messo felicemente insieme bambini e animali per nulla domestici quali leoni bianchi, giaguari, lupi. «Rispetto a loro, il panda è più semplice da gestire su un set. Ma raggiungerlo non è stato facile — racconta . I panda esistenti, circa 2.000 nel mondo, vivono tutti nello Sichuan dove sono considerati patrimonio nazionale. Ottenere i permessi per girare è una rarità: erano 20 anni che non veniva fatto un film sui panda».A convincere le autorità cinesi la serietà dei suoi lavori precedenti, un copione rispettoso dei panda, il messaggio di un’alleanza tra giovani e natura. «Mi hanno aperto le porte, ho potuto girare in modo rilassato. Due i panda usati per le riprese, uno giovane e uno adulto. Il ragazzo che interpreta Tian, figlio di una star del cinema cinese, ha creato un immediato legame con il baby peloso. Quello che si vede nel film, i giochi, le coccole tra loro, è successo realmente. Gli americani che vedono i miei film pensano siano effetti speciali. Ma non ce n’è neanche uno. Nei miei film è tutto vero, per questo l’emozione è forte». A testarla i suoi sei figli, che seguono lui e la moglie Prune, sceneggiatrice, dalla fase di ideazione fino sul set. «Siamo una squadra, il loro sguardo è importante per capire paure e desideri dei ragazzi. Che spesso si sentono inadeguati, diversi. La recente serie “Adolescence” mette in rilievo il problema di disconnessione di cui molti soffrono. Gli adulti non li ascoltano, i coetanei li escludono. E allora, a venire in aiuto possono essere gli animali. Che non giudicano, il loro affetto è incondizionato».
Tian Zhao è un ragazzino di 12 anni con una passione sfrenata per i videogiochi, che utilizza come rifugio da un mondo in cui non si sente all’altezza. Il padre Fu Zhao, un uomo severo e ambizioso, fatica a comprendere il figlio e decide di mandarlo, insieme alla sorella minore Liya, nella casa della nonna Nai Nai, immersa tra le montagne della provincia cinese del Sichuan. Il rigido genitore spera che il tempo lontano dalla tecnologia e vicino alla saggezza dell’anziana nonna possa insegnare a Tian la disciplina e il valore della vita reale. Tuttavia, Tian trova ben più di una semplice lezione di vita. Durante una delle sue escursioni nella foresta di bambù, si imbatte in un cucciolo di panda, rimasto solo e vulnerabile. Affascinato dalla sua goffaggine e dolcezza, Tian instaura con lui un legame profondo e segreto. Nasce così una straordinaria amicizia tra il ragazzo e l’animale, che lo porterà a scoprire il valore dell’empatia, della responsabilità e del rispetto per la natura.
(…) Moon il panda sottolinea l’importanza della natura non solo come ambiente da proteggere, ma anche come strumento di crescita personale. L’incontro tra Tian e il panda rappresenta il ritorno alla semplicità, l’abbandono delle distrazioni artificiali e il riscoprire il valore della vita reale. Un altro aspetto fondamentale è la pressione sociale e il valore dell’autenticità. Tian si sente oppresso dalle aspettative del padre e dalla società che misura il valore delle persone in base ai successi scolastici. La sua amicizia con Moon gli permette di ritrovare fiducia in se stesso e di comprendere che il valore di una persona non si misura solo con i risultati accademici. Il film esplora anche il ruolo della famiglia e della comunicazione, mettendo in luce come la mancanza di dialogo e comprensione possa creare distanze emotive tra genitori e figli. La crescita di Tian, la trasformazione del padre e la presenza amorevole della nonna dimostrano l’importanza dell’ascolto e dell’accettazione reciproca. Inoltre, il tema della conservazione della fauna selvatica è centrale nella narrazione. Oltre alla storia emozionante, il film ha un forte sottotesto ecologista. La difficile condizione dei panda, minacciati dalla riduzione del loro habitat, viene affrontata con sensibilità, sensibilizzando il pubblico all’importanza della tutela della biodiversità.
La regia di Gilles de Maistre, già artefice di successi come Il lupo e il leone, Emma e il giaguaro nero e Mia e il leone bianco, si distingue per la sua capacità di coniugare una narrazione intima con immagini spettacolari. Le riprese in loco, senza l’uso di effetti speciali per la rappresentazione degli animali, donano al film un realismo straordinario, amplificando il senso di meraviglia e connessione con la natura. La colonna sonora di Armand Amar accompagna con delicatezza e intensità il viaggio emotivo dei protagonisti, arricchendo l’esperienza visiva con una dimensione sonora evocativa. Moon il panda non è solo un film d’avventura, ma una riflessione poetica sulla crescita, l’empatia e l’importanza di riconnettersi con la natura. Un’opera che lascia il segno, capace di emozionare grandi e piccoli con la sua semplicità e profondità. Un’esperienza cinematografica che, come il piccolo panda Moon, si insinua dolcemente nel cuore degli spettatori e vi rimane a lungo.
Questo film affianca mondi contrastanti e riposiziona la natura al centro del concetto di felicità. Il film descrive questo percorso e cerca di creare o di ravvivare l’amore per l’ambiente attraverso un viaggio nella natura, in Cina, nel cuore di Sichuan, dove vivono i panda. Viene creato un contrasto fra la maestosità della natura e l’ansia che dilaga nelle metropoli dominate dai grattacieli.
Che cosa c’è in questo piccolo panda che Tian non trova negli umani? Per lui il cucciolo di panda, è un essere che non lo giudica. Sviluppa un’amicizia vera con Moon, assumendo un ruolo che gli restituisce valore: lo nutre, lo fa giocare, lo protegge. È un rapporto importante perché sono sullo stesso piano. L’animale gli mostra qualcosa di nuovo, non solo gli dà la sua amicizia ma gli farà capire molte cose. Improvvisamente Tian si interessa agli animali, svolge ricerche sui panda, scopre che la specie è a grave rischio di estinzione e questo accende in lui la passione per la natura e il desiderio di preservarla.
Questo è il quarto film del regista basato sugli animali e parte da un dato: per molti bambini dell’età di 4 o 5 anni, questi film rappresentano la prima esperienza cinematografica. Di conseguenza, è essenziale che la narrazione non sia didascalica, eviti di divulgare informazioni false, ma soprattutto lasci ai genitori o ai nonni la facoltà di parlare con i bambini del film che hanno visto insieme.
Erano vent’anni che non veniva realizzato un film con un panda. E se si vuol fare un film con un panda, l’unica alternativa è girare in Cina, il solo posto al mondo in cui questi animali vivono nel loro habitat naturale e sono considerati patrimonio nazionale. Il film è stato realizzato con due panda, uno giovane e uno adulto, che hanno interagito senza problemi con l’attore bambino, creando con lui un legame autentico. Il bambino ha creato una connessione immediata con iI panda, stabilendo un’interazione che non ha richiesto un’eccessiva preparazione. Ciò che vediamo sullo schermo è il risultato di un rapporto vero, viscerale, emozionante che non si sarebbe mai potuto ottenere con gli effetti speciali.
L’ambientazione è a Sichuan, nella Cina centrale, intorno a Chengdu, una vasta metropoli. È una regione montagnosa, che ospita le più grandi riserve di panda e in cui le autorità si adoperano per la reintroduzione della specie. Il regista voleva assolutamente girare in questi splendidi ambienti naturali. La produzione ha anche trovato una casa sulle palafitte che in realtà è una sala da tè, ma che hanno trasformato nell’abitazione della nonna. È un set che arricchisce molto il film e fa pensare a una barca che naviga fra le montagne.