Alissa Jung

DATI TECNICI
Regia
Interpreti
Durata
Genere
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Musiche
Distribuzione
Nazionalità
Anno
Presentazione e critica
“Ho molte domande non so se voglio sapere le risposte”. Una frase gettata addosso da una figlia adolescente, Leo, a un padre che non ha mai conosciuto, Paolo. Almeno fino a quando la madre ne ha ammesso l’esistenza ancora in vita, e lei è partita dalla Germania dove è sempre vissuta per seguire le tracce di un video YouTube fino alla costa dell’alta Romagna fuori stagione. Un archetipo della narrazione da secoli, prima che al cinema, quello che porta a comunicare due persone che la natura vorrebbe unite con il legame più intimo, che per accadimenti della vita si trovano a doversi incontrare e recuperare il tempo perso, in questo caso quindici anni anni.
Ma ci sarà stata una ragione per cui Paolo, ha scelto tempo addietro di “non essere mio padre”, come le rinfaccia subito Leo. Un congedo parentale, come sintetizza il titolo originale, Parental Leave, dell’opera prima dell’attrice Alissa Jung, con protagonisti Luca Marinelli (marito nella vita) e l’adolescente Juli Grabenhenrich, molto convincente, con un piglio inquieto che nasconde la fragilità e la voglia disperata e speranzosa di poter trovare un padre. Ma sarà fuori tempo massimo?
Siamo fuori stagione, in una spiaggia deserta, uno dei tanti luoghi in cui Paolo, che appare subito come un vagabondo senza voglia di radicarsi da nessuna parte, ha preso in gestione un chiosco bar. L’incontro crea imbarazzo, destabilizza la vita del padre e sembra deludere le speranze della figlia di aver almeno alcune risposte. Neanche un sorriso, a dir la verità, mentre il padre è più che altro preoccupato di riuscire a ricostruire un equilibrio con una nuova compagna e una figlia piccola, “per non ricommettere gli errori che ho commesso con te”. Jung si muove su un territorio accidentato, in quanto frequentato molte volte, con nobili esiti, evitando scorciatoie e improvvise illuminazioni di amore filiale, mette in scena un corteggiamento che pretende un passo verso l’altro da parte entrambi, verso un legame non “progettato” per essere costruito da adulti. Anche se in realtà Paternal Leave è una doppia storia di formazione: quella di un padre nei confronti delle responsabilità sempre evitate e di una figlia adolescente alle prese con il primo moto di ribellione e di libertà lontano da casa, con tanto di incontro con un coetaneo con cui troverà subito un terreno in comune alimentato dalle mancanze.Soluzioni facili non ce ne sono, neanche illusioni, ma forse con uno sforzo immane di comprensione e qualche silenzio in più di quanto la rabbia suggerirebbe si potrà iniziare a coltivare un primo canale di comunicazione, un tenero segnale emotivo, un primo abbraccio fra un padre e una figlia forse più adulta di lui. Marinelli è una garanzia, qui impegnato anche come cantante sui titoli di coda in una versione di Solo per gioco di Giorgio Poi.
Paternal Leave è un film molto bello, che entra nelle pieghe di un rapporto complicatissimo e a lungo negato, quello di un uomo con un figlia avuta nell’età in cui era lui stesso ancora figlio e che, 15 anni dopo, gli piomba nella vita per avere tutte le risposte che non trova da quando è nata. Lo scontro-incontro tra i due protagonisti è raccontato con tutte le montagne russe emotive che comporta: la partenza in cui due sconosciuti che condividono lo stesso sangue si guardano in cagnesco tra diffidenza e rabbia, poi momenti in cui i due protagonisti sembrano avvicinarsi alternati a momenti in cui divampa l’incendio delle accuse e delle rivendicazioni delle proprie scelte. Si aprono per un attimo, padre e figlia e poi si affrettano a chiudersi a riccio di nuovo, e ancora e ancora.
La testardaggine di Leo è la forza che manda avanti tutto il faticoso dialogo con un padre che sembra ancora il ventenne che l’ha rifiutata: indeciso, impreparato, inadeguato. In una Romagna invernale che è una landa sonnacchiosa e silenziosa, in cui non esistono distrazioni e quindi tutto concorre a mettere i due protagonisti a confronto tra loro e prima ancora con se stessi, si sviluppa il rapporto tra un padre che non voleva esserlo e una figlia che lo inchioda alle responsabilità da cui fugge da 15 anni e il risultato è una storia capace di scavare davvero a fondo.Come detto, molta della riuscita di questo bel film diretto, con mano insieme sensibile e decisa, da Alissa Jung, lo si deve ai due attori protagonisti: Luca Marinelli che non scopriamo oggi e che, con questo personaggio, centra un’altra grande interpretazione, e la giovanissima e bravissima Juli Grabenhenrich che gli tiene perfettamente testa.Paternal Leave è un film che vi emozionerà davvero