Francesca e Giovanni

Simona Izzo, Ricky Tognazzi

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Palermo, 1979. La sostituta procuratore presso il tribunale per i minorenni Francesca Morvillo vede arrestato un suo ex alunno che ha ucciso il padre: il suo sguardo su di lui, pur riconoscendone le responsabilità penali, è quello che ha verso tutti i figli dei detenuti che ha educato, volto al reintegro nella società più che alla condanna. È sposata con un giurista, ma di lì a poco incontrerà l'uomo del destino, il giudice istruttore Giovanni Falcone, appena lasciato dalla moglie.
DATI TECNICI
Regia
Simona Izzo, Ricky Tognazzi
Interpreti
Ester Pantano, Primo Reggiani, Alessandra Carrillo
Durata
110 min
Genere
Biografico
Drammatico
Sceneggiatura
Simona Izzo, Felice Cavallaro, Domitilla Shaula Di Pietro
Fotografia
Marco Pieroni
Montaggio
Tiziana Bartolini
Distribuzione
Adler Entertainment
Nazionalità
Italia
Anno
2025

Presentazione e critica

Francesca e Giovanni. Due semplici nomi di persona e due semplici esseri umani prima di diventare dei simboli. È togliendo tutto il “superfluo” che Simona Izzo e Ricky Tognazzi vanno dritti al cuore del racconto. Una storia d’amore e di mafia recita il titolo completo. La storia d’amore è quella tra Francesca Morvillo e Giovanni Falcone. La storia di mafia è quella della Palermo degli anni Ottanta e Novanta dove gli uomini dello Stato venivano uccisi in attentati sanguinari.

Il punto di forza del film è quello di aver scelto di spostare l’orizzonte narrativo e lasciare che sia lo sguardo di Francesca Morvillo a mostrarci la storia attraverso il suo punto di vista. La sostituto procuratore al tribunale dei minori di Palermo che vive in una città sconvolta dagli attentati e cerca di rivoluzionare dall’interno un sistema giudiziario tutt’altro che incline al cambiamento. Una vita matrimoniale serena, fino all’incontro con il giudice istruttore Giovanni Falcone con il quale intraprende un’unione sentimentale e professionale che, per i successivi 13 anni, li vedrà uniti in simbiosi.
I due condividono la stessa visione della giustizia e provano a metterla in atto lavorando fianco a fianco. Ma prima di tutto l’intento del film è quello di ridare una dignità umana e professionale a Francesca Morvillo attraverso il suo operato. Non solo “la moglie di”, ma la professionista che con le sue idee e operato ha contribuito a riformare la giustizia minorile ed entrare come giudice alla corte d’Appello. E già solo per questo il lavoro di Simona Izzo e Ricky Tognazzi assume un forte valore.

Scritto dalla stessa Izzo insieme a Domitilla Di Pietro e Felice Cavallaro partendo dal libro di quest’ultimo, Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra, la pellicola si muove, come spesso accade in titoli simili, tra realtà storica e libertà narrativa. Man mano che la loro relazione avanza e si consolida, il film ci mostra come il mondo esterno prenda una piega drammatica. Quello che è accaduto il 23 maggio del 1992 a Capaci è un epilogo che i due si aspettavano senza conoscerne i dettagli, i modi o i tempi. Lo avevano visto accadere ad amici e colleghi. Ma, nonostante quella consapevolezza, hanno continuato ad andare avanti nel loro impegno convinti che ciò per cui si battevano fosse giusto.
Attento alla ricostruzione visiva, dai costumi di Antonella Balsamo alla fotografia di Marco Pieroni, Francesca e Giovanni ha una regia pulita ed intima ma dal retrogusto televisivo. Tanto della riuscita del film si deve all’interpretazione di Ester Pantano. L’attrice ha fatto sua Francesca Morvillo facendola riemergere dall’oblio (imperdonabile) della storia e infondendole tutta la forza e determinazione che emerge dalla sceneggiatura. È lei a guidare il racconto con Primo Reggiani che l’affianca con misura e sfumature più umane e meno istituzionali.
Un duo che si è fatto una cosa sola. Per questo fa ancor più male sapere che Morvillo, così come gli uomini della scorta, non riposa accanto a Falcone nella chiesa di San Domenico di Palermo. Luogo dove sono sepolte le spoglie di illustri siciliani che tanto hanno fatto (e sacrificato) per la loro terra.

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Sicilia, 1979. Palermo è sconvolta dagli attentati di mafia. Francesca Morvillo è sostituto procuratore al tribunale dei minori di Palermo e conduce una serena esistenza con suo marito Giuseppe. Quando la sua carriera professionale sembra sull’orlo di una crisi, il destino la sorprende, regalandole l’incontro più importante della sua vita, quello con Giovanni Falcone I due rimarranno uniti fino agli ultimi istanti, stretti in un amore che non si è mai fatto piccolo, nemmeno sotto minaccia. Nemmeno davanti alla paura.

“Una storia d’amore e mafia”: questo l’eloquente sottotitolo del film diretto da Simona Izzo che racconta in modo efficace un capitolo tristemente noto della più recente storia d’Italia trovando però un’inedita prospettiva. Il punto di vista privilegiato, infatti, è quello della sostituto procuratore Francesca Morvillo. La chiave di lettura si dimostra incredibilmente interessante, per quella che gli stessi registi hanno definito “una storia necessaria”. La pellicola restituisce alla Morvillo tutta la rilevanza e la dignità che merita, le dà voce e avvolge di profonda umanità una vicenda che in fondo ha coinvolto persone ancor prima che rappresentanti dello Stato.

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