Brighton 4th

Levan Koguashvili

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Tbilisi, Georgia. Kakhi, un ex-campione di wrestling, dopo aver cercato di aiutare il fratello che ha perso la casa dopo aver fatto la puntata sbagliata sul risultato di Liverpool-Manchester United, raggiunge il figlio Soso nel quartiere di Brighton Beach a Brooklyn e va a vivere nella sua stessa pensione dove alloggiano alcuni immigrati georgiani.
DATI TECNICI
Regia
Levan Koguashvili
Interpreti
Levan Tedaishvili, Giorgi Tabidze, Nadezhda Mikhalkova, Kakhi Kavsadze, Laura Rekhviashvili, Tsutsa Kapanadze, Irakli Kavsadze
Durata
90 min.
Genere
Commedia
Drammatico
Sceneggiatura
Boris Frumin
Fotografia
Phedon Papamichael
Montaggio
Elene Asatiani, Sasha Frumin, Davit Kiknadze, Mykola Metin
Distribuzione
Invisible Carpet
Nazionalità
Georgia, Russia, Bulgaria, USA
Anno
2021

Presentazione e critica

Brighton 4th , il terzo lungometraggio del regista della New Wave georgiana Levan Koguashvili, è stato presentato in anteprima mondiale nella Selezione ufficiale al Tribeca Film Festival, dove ha vinto il premio per il Miglior Film in Lingua Straniera. È una toccante e sorprendente esplorazione della mascolinità che presenta una straordinaria performance da protagonista dell’ex campione olimpico di wrestling Levan Tediashvili, che durante l’evento newyorkese si è aggiudicato il premio per il Miglior Attore.
Le delizie a venire non sono immediatamente evidenti, poiché il film si apre con una scena girata in un bar di Tblisi, in cui dei ragazzi stanno discutendo su una partita di calcio. È una discussione senza senso, alimentata dalla spavalderia e dalla rivalità, che può avere solo un finale infelice. La situazione, immediatamente riconoscibile, ci introduce in un mondo dove l’ego porta alla morte. Nessuno di questi ragazzi è piacevole, quindi è un sollievo quando scopriamo di non aver ancora incontrato il nostro protagonista. Kakhi è il tipico ragazzo che chiami quando c’è bisogno di risolvere qualche problema. Si scopre che colui che ha causato agitazione al bar è il fratello di Kakhi, che nella vita ha toccato così tanto il fondo, da essere un senzatetto ora. Quindi Kakhi cerca di salvarlo offrendogli un lavoro e una casa in palestra. Tuttavia, proprio quando pensiamo di sapere dove ci sta portando il film, la moglie di Kahki prepara la valigia per andare a New York. Non appena carica il suo bagaglio pieno di cibo e formaggio, si comprende che sarà una storia sull’esperienza migratoria, una storia che mostrerà le dure battaglie che si affrontano per stabilirsi in nuove terre, ed anche l’amore e il senso di comunità che congiunge le persone in tempi difficili.
Il direttore della fotografia greco Phedon Papamichael è stato nominato per ben due volte all’Oscar – con il film Il processo ai Chicago 7 e Nebraska – ed ora mostra nuovamente la sua abilità nell’immortalare le città in modo unico, interessante e rivelatore. La New York presentata è ben lontana dai grattacieli di Manhattan, che sono diventati un cliché. Veniamo piuttosto portati alla Spiaggia Brighton di Brooklyn, dove si è stabilita una comunità di georgiani in abitazioni anguste. Questa gente sta disperatamente cercando di guadagnare qualche soldo e di non impazzire. Mentre i segnali stradali sono scritti in inglese, questi immigrati hanno forgiato vite che replicano l’esistenza che si sono lasciati alle spalle nella zona del Caucaso.
La difficoltà di scappare dal proprio destino diventa presto evidente anche nella vita di Kakhi stesso. Quando va a visitare suo figlio Soso, scopre che gli ha mentito dicendogli di frequentare la scuola di medicina, che si è indebitato giocando d’azzardo e che sta tentando di sposare la sofferente Lena per avere il permesso di residenza. Ciò che è straordinario, è che la storia sul gioco d’azzardo non si sviluppa nel modo in cui ci si potrebbe aspettare, ma si svolge in una maniera così sorprendente e sbalorditiva che difficilmente ti porta a pensare ai delinquenti.
Oltre alle scene toccanti tra padre e figlio, Kakhi cerca di proteggere sua moglie dai problemi del figlio per videochiamata, e stringe amicizia con Lena e i suoi compagni georgiani. Anche le scene in cui cantano le canzoni del paese di origine, che facilmente sarebbero potute sembrare rozze, sono ben costruite. Koguashvili si merita tutti gli applausi che riesce ad ottenere grazie a questo film che trasmette un’immagine della natura gentile di Kakhi attraverso scene ingegnose, evitando l’intreccio di più trame.

Cineuropa

Dal regista georgiano Levan Koguashvili, qui impegnato nel suo secondo lungometraggio, questo Brighton 4th ha dalla sua l’atmosfera particolare e seducente che accompagna il protagonista-angelo custode nel suo viaggio verso quella terra promessa che si rivela luogo di illusioni. Più che la vicenda in sé, è la rappresentazione della comunità georgiana in loco ad apparire vitale e riuscita, così come rimarcabile appare la prova del protagonista, l’anziano Levan Tedaishvili, un vero wrestler di cui si possono ammirare le gesta di una gloriosa gioventù da combattente che coincide alla perfezione con quella del personaggio che qui riesce ad interpretare con una recitazione per nulla calcata, quasi timidamente e sommessamente in perfetta coerenza con le circostanze che si trova ad affrontare, e che lasciano trasparire tutta la sua immensa umanità da angelo custode.

Filmtv