Volare

Margherita Buy

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Anna B. è un'attrice con una carriera avviata, un film da girare in Corea e una dannata paura di volare. L'aviofobia, ereditata dal padre come una malattia, ha condizionato la sua vita, la relazione con la figlia che vuole volare a Stanford e con la sua agente che vuole 'spedirla' oltre i confini della fiction nazionale.
DATI TECNICI
Regia
Margherita Buy
Interpreti
Margherita Buy, Anna Bonaiuto, Giulia Michelini, Euridice Axen, Francesco Colella, Roberto De Francesco, Maurizio Donadoni, Pietro Ragusa, Massimo De Francovich, Elena Sofia Ricci, Caterina De Angelis
Durata
100 min.
Genere
Commedia
Sceneggiatura
Margherita Buy, Doriana Leondeff, Antonio Leotti
Fotografia
Giovanni Canevari
Montaggio
Francesca Calvelli
Musiche
Pasquale Catalano (II)
Distribuzione
Fandango
Nazionalità
Italia
Anno
2023

Presentazione e critica

Per qualcuno oggi sarà anche soprattutto un’attrice nota per i suoi ruoli drammatici, ma in realtà non va dimenticato che Margherita Buy viene proprio dalla commedia e basterebbe anche solo Maledetto il giorno che t’ho incontrato. Da lì arrivano i tempi comici di Volare, il suo esordio alla regia, un film corale, divertito e divertente, imperfetto e familiare. Un’opera sulla condivisione che racconta la storia di Annabì un’attrice di successo (ah, e chi sarà mai) che ha – appunto – paura di volare. A causa della sua paura perde però l’occasione di partire per la Corea per essere la protagonista del nuovo film di un celebre regista. Quando scopre però che sua figlia si trasferirà in California per studiare, ecco che Annabì prenderà di petto la situazione e si iscriverà ad un corso all’aeroporto di Fiumicino. La promessa? Superare le sue paure con l’aiuto di una psicologa, un pilota e altri stravaganti compagni di viaggio. Volare è una storia divertente, dove l’umorismo serve a fare da scudo alle fragilità (anche quelle
divertenti a modo loro) che nascondono i vari personaggi. Nelle loro vulnerabilità – e in quella del personaggio di Margherita Buy – c’è la vulnerabilità di tutto il pubblico. Ed è lei, la regista e interprete, la prima a divertirsi non nascondendoci nulla dal primo momento in cui il suo personaggio condivide questa paura di volare con noi ed entra in scena. C’è ovviamente molto di sè in un film che è evidentemente anche autobiografico, e per questo così familiare anche se non era affatto scontato trovare un’immedesimazione profonda e soprattutto condivisibile. Lo scivolone in questi casi è dietro l’angolo, magari anche condito da un pizzico di presunzione. Non è questo il caso. Perché? Perché qui esce anche tutto il senso di divertimento e la giocosità della Buy nel giocare con più generi e cercare di tenerli tutti saldi insieme, il gusto del farlo, anche seguendo le lezioni di un vecchio compare di set come Nanni Moretti (e anche qualcosa di Woody Allen). Insomma, non si ride e basta. Lo stralunato effetto corale di Volare rimette questo gioco al giudizio degli spettatori, che sicuramente ne usciranno colpiti ma certamente anche di buon umore. Qualcuno si rivedrà senza dubbio anche in qualche personaggio, cosa non scontata che possa accadere in un film corale formato, tra gli altri, da interpreti del calibro di Elena Sofia Ricci, Sergio Rubini, Giulia Michielini, il sempre favoloso Francesco Colella e Anna Bonaiuto.
Un film che in questo particolare momento del cinema italiano si inserisce anche nella lunga lista di pellicole dirette da registe, da Paola Cortellesi a Roberta Torre, da Kasia Smutniak a Caterina Carone e che segna una bella tendenza anche nel nostro mondo che – finalmente – assume un punto di vista differente e trova – va detto – anche una vitalità diversa, un altro punto di vista, una novità di sguardo. E, riflettendo sui titoli di coda, l’impressione è che questa non sarà l’ultima volta della Buy in veste di regista: «Sì, devo confessare che questa esperienza alla regia purtroppo mi è molto piaciuta!».

Hotcorn

“Essere attrice rappresenta l’età dell’infanzia, in cui sei accudita, coccolata, persino adulato se è andata bene, però fai quello che ti dicono. Quando cresci, ad un certo punto vuoi esser tu a parlare, a decidere ed è allora che pensi alla regia, che per me significa l’età adulta”. Così Valeria Bruni Tedeschi, nel corso di uno degli incontri sul Futuro del Cinema organizzato da Fondazione Cinema e Anica, ha spiegato a modo suo il caso delle tante attrici (e, con meno clamore, attori) che alla Festa debuttano alla regia. È capitato anche alla più premiata delle nostre interpreti, Margherita Buy, l’iconico volto di Moretti, che regista era già stata, come alter ego di Nanni nel film Mia madre. Per lei così emotiva, pronta allo stress e alla nevrosi, diventare regista con Volare e sulle note finali di Modugno non è solo emanciparsi e accedere all’età adulta dell’arte, ma anche valicare la soglia della sua stessa sofisticata leggenda, mostrare il lato leggero, pop e buffonesco di sé, nonostante l’austera produzione della Kavac film di Marco Bellocchio.
Nel suo film, scritto con Doriana Leondeff e Antonio Leotti, Margherita è Annabì, Anna Bettini, attrice talentuosa da cinque stagioni costretta in una popolare serie nei panni del Sergente Maggiore impegnata in inseguimenti, pedinamenti spericolati, tra elicotteri, corse sfrenate e inseguimenti: “Sei milioni di spettatori”, rammenta lei. All’inizio, però, la vediamo bloccata davanti alla scaletta di un aereo, spettrale quasi fosse un incubo: è troppa la paura di volare, non ce la fa a salire. La meta era Seul e un noto regista coreano che le avrebbe cambiato carriera e immagine: tutto perduto. L’inizio di questo percorso di autoanalisi (Buy ha davvero terrore dell’aereo) fa molto divertire, specialmente gli scambi con la sua agente, una bravissima e disperata Anna Bonaiuto e con la rivale Elena Sofia Ricci, nel ruolo di se stessa, che la sostituirà nel capolavoro coreano.
Perfidie sottili e lievi dietro le quinte dello showbiz mentre in casa funzionano i duetti con la figlia vera di Margherita, la brillante Caterina De Angelis (già figlia di Verdone in Vita da Carlo) che parte per gli Stati Uniti e che lei vorrebbe accompagnare ma, causa volo, non può. Annabì decide così di fare un corso per vincere la paura dell’aereo a Fiumicino e raggruppa un piccolo gruppo di terrorizzati, gli Alcolisti Anonimi del volo. Con regia depurata e sobria, senza svolazzi da debutto, Buy ci diverte scarnificando se stessa e il mondo d’attrice senza presunzioni, in modo anche buffone, come gli attacchi di panico e certe sue fughe clandestine dall’aeroporto, e tocchi d’affetto surreali come quello per il papà fanatico di enigmistica. Il gruppo di amici-attori è centrato, con nota particolare per la survoltata Giulia Michelin e Roberto De Francesco. Buy non rinuncia a raccontare la sua storia, resta un attrice dentro e fuori script e fa bene a mantenere l’equilibrio tra i due piani espressivi.(…)

Elle